Impatto Bioregionale, Implicazioni Ecologiche E Raccomandazioni Per I Giochi Olimpici Invernali Del 2006 A Torino — Italia

Rapporto del Guard Fox Watch, Agosto 2003

INDICE

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Introduzione

Guard Fox Watch – GFW – (Sentinella di Guardia Volpe) è una associazione internazionale non-governativa di cui fanno parte gruppi e persone preoccupate per l’impatto bioregionale e le implicazioni ecologiche dei Giochi Olimpici Invernali.

Attualmente sono attivi gruppi in Italia, Giappone e negli Stati Uniti. Il GFW è in contatto con una fitta rete di organismi ecologici a livello mondiale. Dal 1996 ha monitorato, valutato, fatto raccomandazioni e stilato rapporti sui Giochi Olimpici di Nagano 1998 e Salt Lake City 2002.

(Per ulteriori informazioni visitare il sito www.planetdrum.org)

Nel Febbraio 2003, rappresentanti del GFW hanno incontrato il Comitato Olimpico Internazionale (IOC) a Losanna (Svizzera) e il Comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici Invernali (TOROC) a Torino (Italia) per discutere, esaminare e considerare le implicazioni ecologiche connesse ai Giochi Olimpici Invernali del 2006 a Torino. Siamo stati ospiti per tre giorni del Comitato per l’Ambiente del TOROC il quale ha illustrato il proprio ruolo, la preparazione ambientale, e organizzato un tour nei siti dove si svolgeranno i Giochi, compresa la città di Torino.

Questo rapporto si basa sulle nostre osservazioni e valutazioni dei piani ambientali dei prossimi Giochi Olimpici. Il rapporto prende in esame il periodo di tempo che va dall’agosto 2003 fino al 2006, e si protrae fin dopo la conclusione dei Giochi.

Quantunque i rappresentanti del GFW abbiano commentato ampiamente durante la loro visita, molte delle informazioni fornite dal TOROC hanno avuto bisogno di essere valutate più attentamente. Di conseguenza, quei commenti  non sono stati  discussi a sufficienza e  neppure formalmente trattati. Inoltre, alcuni documenti chiave non erano disponibili in altre lingue che non fosse l’italiano. La versione in inglese, promessa per il giugno 2003, deve ancora arrivare.

Il Bollettino Ufficiale Regione Piemonte, “Atti della Regione – Atti dello Stato” è la fonte principale per le linee guida ambientali del TOROC, ed è il documento base a cui ci riferiamo in questo rapporto. Tutti i passaggi citati provengono da quel documento, che è stato tradotto da un membro del GFW dopo la visita di febbraio 2003, da ciò deriva l’ampio intervallo nella preparazione della nostra risposta.

Il Contesto Bioregionale

I Giochi Olimpici Invernali del 2006 avranno luogo all’interno del sistema naturale occidentale delle sorgenti della Bioregione del Bacino del Po. Una bioregione si definisce in base a combinazioni e caratteristiche naturali presenti all’interno di un luogo geografico specifico come, ad esempio, il clima, la conformazione del terreno, i bacini idrici, i vari tipi di suolo, le piante e gli animali nativi, ma anche dalla cultura umana che sa adattarsi armoniosamente a queste caratteristiche.

L’approccio bioregionale considera l’area dove si svolgeranno i Giochi Olimpici Invernali nella sua interezza come un insieme vivente. Dal punto di vista bioregionale, l’uomo condivide il proprio luogo in compagnia con gli ecosistemi nativi e con qualsiasi altro fenomeno naturale. L’uomo ha perciò la responsabilità primaria di far si che le proprie attività—quindi anche i Giochi Olimpici—si armonizzino con le caratteristiche naturali che lo circondano.

Le principali caratteristiche di questa parte della Bioregione del Bacino del Po sono l’arco delle Alpi, le colline pedemontane e le valli che formano il primo tratto del fiume Po. E’ qui che nasce il più grande fiume d’Italia—entra ed esce dalla città di Torino—percorre l’intera bioregione per poi gettarsi nel Mare Adriatico.

Quest’area è caratterizzata da forti estremi meteorologici e significativi cambi stagionali. L’ampia combinazione di caratteristiche naturali inizia con gli alti picchi alpini, perennemente ricoperti di neve e ghiaccio, poco più sotto i rocciosi prati alpini, che sostengono una rada vegetazione; seguono boschi e foreste, che ricoprono i versanti dei monti e, più sotto, le colline a ridosso di vallate dal suolo ghiaioso in grado di sostenere l’agricoltura. Infine la pianura piatta e ricca di campi coltivati. Geologicamente il terreno è instabile, le frane sono frequenti come pure le valanghe e i fenomeni di subsidenza. Le acque, abbondanti, sono alimentate dalle piogge e dalla neve che scende a rivoli dalle vette e dalle cascate, dagli acquitrini d’alta quota, dalle sorgenti, stagni e laghi, dai ruscelli e fiumi veri e propri che poi si gettano nel Po. L’acqua corre veloce e frequenti sono le inondazioni lungo le valli montane e nel fondovalle. I ricchi ecosistemi di flora e fauna riflettono l’ampia gamma di habitat e di variazioni stagionali, quantunque si trovino tutti su terreni ripidi, strette vallate e coperti da un sottile strato di suolo.

Per soddisfare le proprie fondamentali esigenze l’uomo dipende da fenomeni squisitamente bioregionali. La dieta base  su queste montagne e colline si basa principalmente sull’allevamento degli animali che fornisce carne, latte e formaggio, grazie all’abbondante foraggio estivo che in parte viene seccato e stivato nei fienili per l’inverno. La coltivazione degli ortaggi, dei cereali e della frutta è resa difficile dalle asperità del terreno, prevalentemente scosceso, ma è comunque possibile creando terrazze per trattenere il suolo e per ottimizzare i benefici dell’acqua. La principale fonte di riscaldamento è storicamente la legna del bosco, mentre le pietre e il legname locale forniscono materiale da costruzione.

La popolazione della regione è aumentata notevolmente durante l’ultimo secolo. Anche le aree rurali sono cresciute, questo è specialmente visibile durante i mesi invernali con il proliferare del turismo e delle seconde case. Tutto ciò, unitamente alla costruzione di nuove strade e autostrade, all’uso massiccio di combustibile fossile, al trasporto delle merci, all’aumento massiccio dei rifiuti, alle acque reflue, all’inquinamento dell’aria e dell’acqua e ad altri fattori hanno avuto un notevole impatto sull’ambiente arrivando oggi a minacciare la salute dei sistemi naturali di questi luoghi.

Le Alpi ricoprono un ruolo fondamentale nell’ecologia di tutta l’Europa. Rappresentano la fonte primaria d’acqua per molti dei più grandi fiumi del continente, a causa della loro posizione centrale. Il suolo e le sostanze nutritive, portate a valle dai corsi d’acqua, sono i fattori principali della fertilità dei terreni agricoli e degli ecosistemi naturali per centinaia di chilometri a valle. Le Alpi, inoltre, ricoprono un ruolo preminente in ambito meteorologico per l’intera Europa ed interagiscono significativamente con la più ampia atmosfera planetaria.

Impatto sull’Ambiente

L’imponete apparenza degli aguzzi picchi alpini traggono in inganno, per chi vuole comprendere gli aspetti più significativi della vita in questa regione. Le cime delle montagne, probabilmente rappresentano meno dell’1% di tutta l’area. Sono solo il bordo estremo della più vasta area che costituisce la maggioranza del territorio. Contrariamente all’impressione che creano, le Alpi, sono strutturalmente ed ecologicamente più fragili, delle aree pianeggianti. Il suolo, essenziale per la vita delle piante, viene costantemente portato a valle sia dall’instabilità geologica che dall’acqua. Esiste un continuo deterioramento ambientale naturale in quanto la pendenza intensifica l’effetto dilavamento.

L’impatto dell’uomo su questi unici e vulnerabili sistemi naturali è decisamente maggiore rispetto a quello esercitato sulle superfici pianeggianti. La distruzione degli habitat-attraverso l’abbattimento del bosco e la costruzione di case e strade-porta velocemente all’estinzione e alla perdita della biodiversità. Il cemento e le strade asfaltate hanno inoltre minato la capacità del terreno di assorbire l’acqua piovana, diventando una delle principali cause d’inondazioni sia in loco che lungo tutta la Valle del Po. L’inquinamento dell’aria—dovuto ai fumi e alle emissioni di combustibile fossile—ha in questi luoghi un impatto maggiore in quanto persiste intrappolato nelle valli strette dei monti. Esso rappresenta un grave rischio per la salute delle piante, degli animali e per la vita stessa dell’uomo. L’inquinamento del suolo e dell’acqua è di gran lunga intensificato dall’impermeabilità del suolo roccioso, questo significa che le sostanze dannose mantengono alta la loro concentrazione fino al fondovalle. Tale fattore si moltiplica ulteriormente durante le alluvioni, perché le acque si spargono sull’intera Valle del Po. L’inquinamento dell’acqua ha perciò un impatto non solo sulla vita locale, ma si propaga fin giù al Mare Adriatico. 

L’Approccio Bioregionale

C’è un urgente bisogno oggi di ripristinare e mantenere i sistemi naturali delle bioregioni dove i Giochi avranno luogo in quanto severamente danneggiati durante l’era contemporanea. Le Olimpiadi Invernali dovrebbero perciò contribuire nello sforzo esibendo sostenibilità in tutte le maniere possibili invece di essere un ulteriore fattore di distruzione. Ma non solo, esse dovrebbero  inoltre garantire il futuro della bioregione, lasciando in eredità strumenti e significative metodologie ecologiche al fine di conseguire l’auto-sufficienza e la sostenibilità locale.

Per meglio comprendere l’impatto sull’ambiente che avranno i prossimi Giochi Olimpici Invernali del 2006 nell’area di Torino, è necessario ripensarli bioregionalmente. Quantunque le misure ambientali poste in essere dal TOROC sembrano ben intenzionate e meglio dettagliate dei precedenti Giochi Olimpici, l’approccio usato risulta principalmente condizionato da fattori legati alle attività umane, circoscritto ai siti dove si svolgeranno i giochi e alle necessità di produzione dell’evento. Questa impostazione si limita a limitare l’impatto distruttivo sull’ambiente prima e durante i Giochi Invernali. Non si spinge oltre abbastanza per migliorare le urgenti necessità della bioregione, e lo spirito degli obiettivi espressi dell’IOC e dall’EU. C’è bisogno di una politica che migliori il preoccupante deterioramento ambientale urbano e rurale a beneficio della Bioregione del Bacino del  Fiume Po anche dopo che i Giochi saranno terminati.

Affinché i Giochi Olimpici del 2006 risultino ecologicamente responsabili, la lista degli obiettivi adottati dal TOROC e le relazioni tecniche per porli in essere, debbono focalizzarsi sia sulla sostenibilità degli ecosistemi naturali, sia sulle esigenze di un sano abitare. L’area geografica sottoposta a studi e verifiche deve essere estesa ben al di là dei confini delle aree interessate (Val di Susa, Val Chisone e la città di Torino), fino a comprendere l’intera area occidentale del Bacino Fluviale del Po.

Raccomandazioni per una applicazione bioregionale delle misure ambientali dei Giochi Olimpici.

(Risposta alle linee guida espresse su “Atti della Regione – Atti dello Stato, sommario parte I – II”, Bollettino Ufficiale Regione Piemonte, Torino 18 Aprile 2001)

“Territorio e Paesaggio”

I Giochi Olimpici Invernali del 2006 produrranno un significativo impatto ambientale nella parte occidentale delle sorgenti del bacino fluviale del fiume Po. Attualmente sono già in atto situazioni pericolose per i sistemi naturali dovute alla messa in opera delle infrastrutture Olimpiche, le quali indirettamente peggiorano gli effetti del carico antropico.

Necessità di Monitoraggio Bioregionale e Banca Dati

“Valutazione del paesaggio naturale e urbano al fine del ripristino di specifici elementi del territorio”, viene citato dagli “Atti della Regione – Atti dello Stato” in palese ammissione dei danni che si avranno dallo svolgimento delle Olimpiadi Invernali. La natura e l’estensione di tale impatto può essere determinato solo attraverso il monitoraggio delle condizioni ecologiche di base, sia nelle vicinanze delle gare che nell’intera regione. I punti principali di monitoraggio sono: qualità dell’aria, inquinamento e disponibilità idrica, rifiuti, scarichi fognari, popolazioni di piante e animali nativi, habitat ed ecosistemi naturali, produzione e uso dell’energia, rimozione e depauperamento del suolo e altri fattori ambientali. E’ di vitale importanza che tale sistema di misurazione, a livello regionale, sia posto in essere non più tardi del 2004, così da avere la possibilità di rilevare condizioni da cambiamento ed apportare azioni correttive in tempi brevi, sia prima che durante i Giochi. Un regolare monitoraggio degli stessi fattori dovrebbero protrarsi almeno per altri due anni dopo la fine dei Giochi Olimpici.

Linee Guida per la Valutazione dell’aumento del Carico Antropico

Efficaci linee guida dovrebbero essere poste in essere nel 2004 per gli aspetti riguardanti lo sviluppo, la costruzione e le operazioni che produrranno impatto sulle condizioni naturali sia direttamente che attraverso l’aumento del carico antropico. Edifici, servizi, siti delle gare, sistema viario, parcheggi e altre strutture pubbliche (già esistenti, in fase di costruzione o in progetto per l’uso durante i Giochi) dovranno essere realizzati senza interferire sui corsi d’acqua, gli ecosistemi delle piante e animali nativi, gli habitat selvaggi, e altri elementi naturali.

Il carico sulle infrastrutture e servizi pubblici come acqua, energia, trasporti, rifiuti solidi, rete fognaria e altro, deve essere monitorato a partire dal 2004 fino al 2006. Modifiche possono essere eseguite prima dell’inizio dei Giochi onde eliminare possibili nuovi elementi di disturbo a danno delle condizioni naturali. Questi cambiamenti dovrebbero essere concepiti in modo tale da creare il massimo del beneficio per l’intera comunità bioregionale.

Linee Guida per il Ripristino Ecologico

“Riqualificazione del paesaggio naturale”, così come richiesto da “Atti della Regione – Atti dello Stato”, dovrebbe essere adempiuto attraverso l’approccio bioregionale. Il ripristino degli ecosistemi danneggiati, delle specie di piante e animali nativi, degli habitat, corsi d’acqua, suoli, aspetti geologici e del paesaggio dovrebbero essere operativi con l’obiettivo ultimo di promuovere le condizioni di selvaticità. I corsi d’acqua imbrigliati o deviati dovrebbero ritornare allo stato naturale. E solo piante native locali dovrebbero essere usate per rivegetare, ed è imperativo sviluppare un programma di reintroduzione degli animati nativi.

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“Energia”

La creazione dell’autosufficienza bioregionale in campo energetico è un elemento fondamentale di sostenibilità. Ci sono due direzioni specifiche da seguire per ottenere questo. Il più ovvio è riadattare tutte le forme possibili di consumo energetico in senso conservativo. Così sarà possibile applicarle a fabbriche e impianti di produzione, uffici ed edifici residenziali, veicoli di trasporto, sistemi di riscaldamento e di raffreddamento, elettrodomestici, e a qualsiasi altro utilizzo. Tale riadattamento si metterà in pratica attraverso un’ampia gamma di modifiche strutturali negli edifici, con l’installazione di pannelli solari e di altre applicazioni che permettano di ridurre il consumo di elettricità.

Il cambiamento maggiore consiste nel convertire le risorse energetiche da non-rinnovabili come lo sono il petrolio e il nucleare, in rinnovabili come il solare, l’acqua di caduta, eolica, biomassa e altre disponibili all’interno della Bioregione del Bacino del Po.

L’occasione dei Giochi Olimpici del 2006 dovrebbe rappresentare l’opportunità di realizzare questi cambiamenti in modo significativo. Questo può essere fatto iniziando con la conservazione e l’uso di forme rinnovabili di energia nel modo più estensivo possibile nei luoghi delle gare e nelle strutture che ospiteranno gli atleti, nei trasporti, hotel e ristoranti, e nelle strutture pubbliche adibite ai Giochi. La gente che assisterà agli eventi olimpionici dovrebbe essere correttamente informata sulle tecniche di energia alternativa impiegata, cosicché possano apprendere e usarle per migliorare la loro sostenibilità domestica. I miglioramenti dovrebbero essere intrapresi in modo permanente cosicché gli impianti di conservazione e produzione di energia possano continuare ad essere operativi nella bioregione anche dopo la fine dei Giochi.

Attualmente le provviste di gas naturale e di elettricità nell’area dei Giochi sono altamente inadeguate: Il Bollettino Ufficiale afferma che la capacità di fornire gas naturale è sufficiente in quanto è attualmente il doppio di quella che viene consumata. La Green Card del TOROC prevede che l’affluenza del pubblico alle Olimpiadi sarà solo del 30% in più di una normale stagione invernale. Queste previsioni sono chiaramente sottostimate. I Giochi Olimpici di Nagano in Giappone, attirarono più di cinque volte tanto il numero normale di spettatori. Non ci sono ragioni per credere che in Europa, vista la popolarità degli sport sulla neve, vi saranno meno spettatori. E’ ragionevole invece prevedere un buon cinquecento per cento di spettatori in più e che tale aumento esaurirà la attuali scorte di gas. Tutto questo deve essere evitato attraverso lo sviluppo di nuove fonti rinnovabili per gli usi energetici attualmente sopperiti dal gas.

Complessivamente la domanda di elettricità sarà indubbiamente superiore del presente. Per far fronte a ciò è prevista la costruzione di nuovi impianti e linee elettriche. Sfortunatamente questi piani non sembrano andare incontro a misure di risparmio e di conservazione (ad eccezione dell’impianto di co-generazione del Sestriere) o di una decentralizzazione della produzione di energia rinnovabile. Inoltre, è previsto l’interramento di alcune linee elettriche; un’operazione di mera cosmesi ambientale. Scavare un fossato, interrare i cavi e le eventuali riparazioni comporteranno costi ecologici come il disturbo dell’habitat, degli ecosistemi, delle popolazioni di piante e animali, del suolo e delle condizioni geologiche per una distanza di almeno diciotto chilometri. Ci sono poi molte probabilità che la domanda di elettricità sia maggiore del previsto, se il flusso sarà simile a quello di Nagano, Giappone. Tutti i problemi citati possono essere significativamente ridotti o eliminati con la creazione di nuove, decentralizzate fonti di energia rinnovabile.

Negli “Atti della Regione – Atti dello Stato” si riconosce il bisogno “di contenere il consumo di energia e di incrementare l’uso di quelle rinnovabili”. L’espansione delle infrastrutture energetiche presenti non è un modo sostenibile per raggiungere questo risultato. Primo, ci dovrebbe essere un ampio progetto di riduzione/donazione di energia, su base decentralizzata, per tutti gli aspetti che riguardano la fornitura e l’uso di energia. Le industrie di Torino dovrebbero essere in grado di ridurre i consumi e di donare parte dell’energia risparmiata. Gli altri comuni, dell’area occidentale del fiume Po, possono fare altrettanto, e persino quelli posti dall’altra parte del confine francese.

Ci dovrebbe essere un forte incoraggiamento e supporto per tutte le possibili possibilità di produzione e conservazione dell’energia, sia su grande scala che piccola. I fondi, attualmente previsti per la costruzione di nuovi impianti e linee elettriche, dovrebbero essere ripensati per creare mini sistemi idro-elettrici con piccole chiuse e dighe temporanee. Pannelli solari e turbine a vento dovrebbero essere sovvenzionati per essere istallati sugli edifici pubblici, scuole, fabbriche, centri commerciali, appartamenti e altri luoghi pubblici. Riadattare case, veicoli e altri tipi di consumo privato di energia potrebbe essere messo a punto attraverso programmi che coinvolgono tutti i cittadini. Inoltre, tecniche ingegnose (come la produzione di energia attraverso gli attrezzi che normalmente gli atleti usano per allenarsi) possono essere esplorate e sviluppate.

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“Rifiuti”

Tutte le forme di rifiuti, prodotti in questa parte della Bioregione del bacino del Po, hanno il potenziale di minacciare enormemente l’ecologia dell’intera regione. Attualmente, un’alta percentuale di rifiuti viene interrata in discariche che rovinano il suolo ed inquinano le falde acquifere; oppure bruciate, creando inquinamento atmosferico e residui tossici; oppure trasportate altrove, consumando altra energia. Un’altra porzione significativa viene illegalmente gettata, come pattume, nell’ambiente, nei corsi d’acqua naturali, o nelle fognature della città, causando innumerevoli altri tipi di inquinamento.

Ci sono due modi per fronteggiare il problema rifiuti che sono veramente sostenibili: a) l’eliminazione della produzione di scarti, e b) il riciclaggio dei materiali. L’eliminazione degli scarti può avvenire in vari modi. Gli scarti industriali hanno origine principalmente da aspetti di produzione che possono essere risolti evitando così la loro produzione. La cenere prodotta dal carbone può essere eliminata con l’inizio della produzione di energia rinnovabile, che non produce scarti. Ci dovrebbe essere una riduzione nella quantità di materiale impacchettato che l’industria produce per confezionare le merci. I processi di produzione possono essere razionalizzati ed evitare così di creare ritagli e altra spazzatura. I ristoranti e gli hotel possono seguire politiche simili, per l’alto volume di energia, cibo e materiali di pulizia che producono e consumano. I rifiuti di casa contengono un’alta percentuale di imballaggi che possono essere eliminati semplicemente riusando borse, contenitori e bottiglie e limitando l’acquisto di beni in contenitori non-rinnovabili, come le lattine di metallo. I rifiuti organici si possono compostare direttamente a casa, producendo del buon terriccio per il giardino.

Il riciclaggio è il modo più concreto per ridurre la quantità di rifiuti, che altrimenti finirebbero nelle discariche, sparsi nell’ambiente, nei corsi d’acqua o in fumi tossici. Per essere sostenibili, l’obiettivo dovrebbe essere Rifiuti Zero, attraverso il 100% di riciclaggio. Ogni fonte di rifiuto ha bisogno di essere completamente rivista. La produzione di energia e di altri beni utili, fabbriche, progetti di costruzione, edifici pubblici, uffici, ospedali, scuole, piccole imprese, abitazioni e quant’altro, devono far parte di questo obiettivo. Tutte le forme di rifiuto devono essere valutate affinché vengano riciclate o riusate nel modo più efficiente. Questa attività dovrebbero essere coordinate da una prospettiva d’uso del materiale riciclato a livello dell’intera bioregione.

Il tipo di materiale da riciclare consiste principalmente in carta, metalli, vetro, plastica, legno, rottami, prodotti chimici e materiali organici. Tutti questi materiali possono concorrere a produrre un guadagno che permetta di portare avanti programmi di riciclaggio ed altri obiettivi pubblici. Il guadagno in denaro può essere generato attraverso la vendita diretta oppure dopo la loro trasformazione in prodotti utili per l’edilizia, compost per l’agricoltura, oggetti in carta riciclata, lavori in metallo, accessori per i parchi, sculture pubbliche, gioielli, decorazioni e molto altro ancora. Il riciclaggio ridurrà la spesa pubblica e privata producendo e rendendo disponibili materiali più economici e risparmiando energia e riducendo le distanze dei prodotti da consumare.

La preparazione dei Giochi Olimpici di Torino 2006 ha già contribuito, in qualche modo, ad aumentare la produzione di rifiuti nei siti in costruzione. Gli scarti aumenteranno in varietà e quantità fino a raggiungere il loro massimo durante gli eventi del 2006, a quel punto la possibilità di intervenire sarà svanita. Una imponente quantità di rifiuti verrà prodotta, non solo da hotel e ristoranti, ma anche da botteghe, garage, bar, negozi, saloni di bellezza e altro. I rifiuti urbani raggiungeranno livelli record in ogni settore, dagli uffici alle abitazioni, all’immondizia sui marciapiedi e agli scarti di ospedale.

Le previsioni di gestione dei rifiuti nelle immediate vicinanze dei Giochi e in tutta l’area che comprende le sorgenti occidentali del fiume Po non sono sufficienti a proteggere, attualmente, la bioregione o a renderla sostenibile in futuro. Il Bollettino afferma che il bacino di gestione di ACEA e ACSEL può sopperire all’aumento della produzione dei rifiuti. Di fatto, essi non tengono conto delle linee guida bioregionali sopra espresse, e l’aumento del numero di spettatori di almeno cinque volte del normale certamente sovraccaricherà le attuali capacità di gestione.

Il Bollettino ammette che il bacino d’utenza AMIAT, dell’area metropolitana di Torino è impreparata per il flusso di gente che arriverà per assistere ai Giochi Olimpici, ma le raccomandazioni fornite sono inadeguate per affrontare l’impatto che si verificherà prima e durante i Giochi. Il piano rifiuti per quest’area dovrebbe essere ridisegnato per andare incontro ai punti sopra descritti e riconsiderato in una prospettiva di sostenibilità futura.

Per prevenire la massa di rifiuti c’è bisogno di una immediata enfasi nello sviluppo di piani locali di “Rifiuti Zero”, infrastrutture per eliminare gli scarti, gestione della risorsa rifiuti e distribuzione di materiale riciclato. Questi piani dovrebbero poi essere coordinati assieme ad altri comuni dell’intera Bioregione del Bacino del Po e resi operativi prima del 2006.

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“Approvvigionamento Idrico e Captazione, Bacini di Stoccaggio e Innevamento Artificiale”

Il modo in cui ci relazioniamo con l’acqua è al centro dell’approccio bioregionale per raggiungere la sostenibilità. Esso rivela la differenza fra l’uso di metodi che puntano al ripristino e al mantenimento delle scorte d’acqua che sostengono la vita su questo pianeta e le pratiche volte all’esaurimento e all’inquinamento delle risorse idriche dell’Era Industriale. Questo rapporto ha ripetutamente evidenziato l’importanza dell’acqua riferendosi all’area delle Olimpiadi come le sorgenti della Bioregione del Bacino del Po occidentale. Altrettanta enfasi è stata posta sui bacini fluviali come luoghi di sviluppo di comunità umane e naturali sostenibili, sia nelle immediate vicinanze dei Giochi Olimpici, sia lungo tutto il corso del fiume Po.

Il modo in cui gli essere umani interagiscono con le risorse idriche locali va al di là del loro intercettamento, raccolta e distribuzione per i vari usi. Tutti i punti di intercettamento devono essere presi in considerazione perché l’impatto con lo svolgimento dei Giochi Olimpici sarà forte.

La neve è la fonte principale di percolazione dell’acqua. Quando la neve si scioglie porta con se sostanze inquinante che poi finiscono nei corsi d’acqua. Questo riguarda tutti i luoghi dove le attività Olimpiche avranno svolgimento e comprendono le emissioni di gas di scarico lungo le strade e nei parcheggi, i rifiuti nei luoghi delle gare, sui marciapiedi e nell’ambiente. Tutti gli usi ricreativi all’aperto degli atleti olimpionici e dei vacanzieri avranno ripercussioni sulle riserve d’acqua delle sorgenti e delle fonti, ma anche degli stagni, laghi, ruscelli e fiumi. Il numero di contaminanti dannosi che la gente e i veicoli possono depositare sulla neve, sia intenzionalmente che accidentalmente, sono molti e di varia natura.

Il riuso dell’acqua è un fattore chiave per ottenere la sostenibilità. L’acqua usata per il bagno, per lavare i vestiti e i piatti può essere riusata per lo sciacquone del bagno o per innaffiare parchi e giardini. In questo modo si può ridurre il consumo dell’acqua di un terzo o di un quarto. Il meccanismo richiesto è semplice: doppio sistema di tubazione (una per l’acqua pulita e l’altra per quella usata), una piccola pompa e alcuni filtri d’acqua. Questo è tutto quello di cui c’è bisogno.

Il bollettino ammette che le risorse d’acqua e la situazione dell’inquinamento nelle immediate vicinanze dei Giochi è critica. Ciò è vero pure in tutta l’area occidentale delle sorgenti della Bioregione del Bacino del Po. Raggiungere la sostenibilità in questo settore è imperativo ma sarà estremamente difficile. E’ perciò importante che per i giochi Olimpici del 2006 vengano prese delle misure che vadano incontro a questa necessità.

Per prima cosa, le fonti da dove ottenere l’acqua devono essere migliorate, ampliate e diversificate attraverso sistemi di cattura dell’acqua, ad esempio, quella piovana che scende dagli edifici. Gli utenti che consumano grandi quantità d’acqua, come le fabbriche, gli hotel, ristoranti e sedi sportive sono i primi interessati, ma anche uffici, negozi e abitazioni possono diventare più autosufficienti attraverso sistemi di cattura e di stoccaggio dell’acqua. Aumentare il numero di pozzi privati può aiutare ad alleggerire il peso sull’attuale sistema di distribuzione idrica.

Secondo, c’è necessità di monitorare e rafforzare le misure di conservazione dell’acqua. Questo dovrebbe essere fatto nel modo più esteso possibile, così da prevenire lo spreco d’acqua delle industrie, dei centri commerciali, uffici,e case private. La partecipazione degli atleti e delle dirigenze nei luoghi delle gare è assolutamente necessaria. La conservazione dell’acqua sarà più efficiente laddove il consumo viene significatamene ridotto.

Terzo, il riuso dell’acqua è attualmente praticato in misura molto marginale. Adottare il sistema di doppio utilizzo dell’acqua è essenziale per risolvere i problemi dell’insufficienza idrica. Diventa così imperativo adattare le strutture sportive e luoghi di gara a questo sistema. Il riuso dell’acqua dovrebbe essere inoltre praticato nei ristoranti, hotel e luoghi di accoglienza nell’area dei Giochi. Una indagine di altri possibili luoghi deve essere compiuta al più presto possibile, così da essere operativi per il 2006.

Portare a compimento le misure descritte sopra dovrebbe essere più che sufficiente per soddisfare le esigenze idriche delle Olimpiadi, compreso la produzione di neve artificiale. Non c’è nessun bisogno di costruire nuove dighe o bacini di stoccaggio. Continuare nella costruzione di nuovi invasi causerà un maggior disturbo per i corsi d’acqua naturali e un maggior dissesto ecologico. Tutto questo sarà fonte di molti problemi in futuro, dal momento che forniscono la falsa giustificazione per lo sviluppo—non-sostenibile—di nuovi edifici, case, autostrade e strade.

L’inquinamento delle provviste d’acqua verrà ridotto se saranno individuate ed eliminate le fonti di inquinamento. Ciò richiede un sostanzioso programma per la riduzione del consumo idrico e un appropriato uso delle acque di scarto. Questo programma deve essere reso operativo per il 2006 nell’area olimpionica torinese e lungo tutta la regione occidentale delle sorgenti del fiume Po.

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“Impianti Funiscioviari, Piste da Sci e Infrastrutture Connesse”

La costruzione e l’uso degli sky-lift riducono il traffico di persone e di veicoli da un versante all’altro, Ma questo parziale beneficio viene raggiunto al costo di un forte impatto sull’habitat, sugli ecosistemi e sulle popolazioni animali. Il modo in cui gli sky-lift vengono costruiti e usati è un esempio importante di come la prospettiva bioregionale possa mantenere e ripristinare i lineamenti naturali del territorio.

Occorre un approfondito inventario sulle caratteristiche naturali-ambientali dei luoghi dove gli sky-lift e connesse stazioni verranno collocate prima che inizi la loro costruzione. Questo è il solo modo per ottenere una guida accurata per ripristinare le aree colpite. La costruzione di nuovi piloni di sostegno e punti di arrivo e destinazione debbono essere intesi come temporanei e perciò rimossi alla conclusione delle Olimpiadi. Non dovranno interferire con la continuità degli elementi naturali come le forme del terreno, i corsi d’acqua, il suolo, gli ecosistemi e le popolazioni di piante e animali nativi. Per fare ciò, dovrebbe essere utilizzato il minor spazio possibile, il paesaggio non deve essere deturpato, e asfalto e cemento evitati. Il trasporto da e per questi luoghi dovrebbe essere fatto con mezzi pubblici, tutti gli altri veicoli dovrebbero essere totalmente proibiti. La possibilità di parcheggio deve essere limitata ai soli veicoli pubblici, i parcheggi non devono essere asfaltati ma provvisti da canalette di scolo per guidare lo scorrimento della neve in scioglimento verso congegni di monitoraggio e di filtraggio. L’accesso ai pedoni, infine, può essere limitato con delle strettoie.

Durante le operazioni di risalita, i rumori che possono disturbare la fauna selvatica dovrebbero essere ridotti al minimo attraverso l’applicazione di silenziatori ai macchinari. I passeggeri dovrebbero essere avvisati di stare in silenzio e le operazioni notturne ridotte drasticamente o eliminate del tutto. Se questo non fosse possibile l’uso notturno dovrebbe essere  allo stretto necessario. Le illuminazioni esterne potrebbero essere eliminate completamente e quelle interne alle cabine  e nelle stazioni ridotte al minimo e tenute lontano dalle finestre.

Le strutture di risalita dovrebbero essere rimosse poco dopo la conclusione dei Giochi Olimpici. Tutte le strade e i sentieri rimossi e una completa ri-vegetazione dei siti e delle aree limitrofe intrapresa usando l’inventario dell’ambiente naturale come giuda. La ri-piantumazione dovrebbe essere eseguita usando solo specie native del posto. Inoltre, provvedimenti dovrebbero essere presi per riportare la fauna selvatica sulle colline e sui versanti montani dei campi di gara. Il monitoraggio del successo o meno del ripristino ambientale deve continuare almeno per un periodo di tre mesi e ripetuto negli anni successivi.

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“Villaggi Olimpici, Villaggi Media e Ricettività”

I Villaggi Olimpici e i Villaggi Media rappresentano una occasione per dare alla gente l’opportunità di apprendere le nozioni base di vita sostenibile e in armonia con la bioregione. Questi luoghi, così frequentati e visibili, hanno un valore pratico ed educativo come modello di comunità sostenibile che non dovrebbe andare sprecato.

Gli edifici andrebbero costruiti usando materiale locale e riciclabile. La loro forma dovrebbe avere caratteristiche che permettono la conservazione dell’energia, di raccogliere l’acqua piovana e la neve in scioglimento. I villaggi potrebbero diventare una dimostrazione di auto-sufficienza nella produzione di energia elettrica e di riscaldamento usando fonti locali alternative. Ogni forma di energia può indicare il modo per ridurre il consumo. Ogni sito può avere sistemi di riciclaggio di tutti i tipi di rifiuti. Il cibo può essere coltivato biologicamente e prodotto in piccoli poderi condotti da piccoli agricoltori locali. Il sistema a doppio uso dell’acqua può rendere possibile il riuso dell’acqua del bagno per altri fini come la pulitura degli edifici, attrezzi o per innaffiare il giardino. Le fogne andrebbero trattate biologicamente e il trasporto da e per i Villaggi dovrebbe avvenire essenzialmente con veicoli pubblici a funzionamento elettrico, veicoli a due ruote o a piedi.

La sostenibilità promossa dai Villaggi Olimpici e Media può costituire un aspetto permanente dei Giochi Olimpici. Il loro uso, da parte delle comunità locali, sarà una testimonianza di supremazia dei valori ecologici.

*(Per ulteriori informazioni vedere www.planetdrum.org  “L’Approccio Bioregionale per Rendere Sostenibili le Città“)

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“Strade e Trasporti”

Ci sono tre modi in cui i mezzi di trasporto possono essere modificati e migliorati a beneficio della sostenibilità bioregionale. Primo, eliminare la necessità di nuove strade e intraprendere la rimozione della neve in modo ecologico decontaminando l’acqua di scolo delle strade e dei parcheggi. Secondo, limitare il trasporto a motore ai soli mezzi pubblici come furgoni e bus, e solo veicoli che usano energia rinnovabile. Terzo, eliminare il bisogno dell’uso dei mezzi di trasporto a motore ogni volta possibile.

Le strade esistenti dovrebbero essere sufficienti per gestire l’aumento del numero di persone se i mezzi di trasporto si limitano ai soli autobus e furgoni. Ai veicoli privati dovrà essere vietato l’accesso nelle aree prossime alle gare. (Nuove strade andrebbero scoraggiate per il forte impatto sui sistemi naturali e sulla stabilità socio-economica.) I Giochi richiederanno un più efficiente sgombero della neve da strade e autostrade,  aumentando così la quantità d’acqua che scenderà a valle e diventare fonte di inquinamento dei bacini fluviali locali e di tutta la bioregione. (A Nagano, Giappone, la quantità di prodotti chimici usati per pulire le strade dalla neve è stato di cinque volte più alto del normale ed ha causato danni ai vicini campi di riso.) I prodotti chimici usati per sciogliere la neve si mantengono altamente concentrati fino al loro defluire lungo le canalette ai bordi delle strade, per poi finire nelle falde acquifere, nei piccoli corsi d’acqua, nei campi vicini, nei fiumi e poi giù fino al Mare Adriatico. Soluzioni non-chimiche ma ecologiche dovrebbero essere trovate e impiegate per rimuovere la neve e il ghiaccio. Questo, non solo ridurrà l’impatto ecologico dei Giochi ma costituirà un importante elemento educativo per tutti gli eventi all’aperto nel futuro. I canali ai bordi delle strade dovrebbero essere equipaggiati con sistemi di monitoraggio e di filtraggio delle sostanze chimiche. In aggiunta, la pulitura delle strade dovrebbe essere eseguita solo se necessario, e non come a Nagano che avveniva 24 ore su 24 indipendentemente dal tempo che faceva.

Sarà possibile limitare il traffico olimpionico ai soli mezzi pubblici che usano energia rinnovabile se un accordo in questo senso verrà preso per il 2003. Le decisioni sul tipo di energia impiegata, i modelli e il numero di veicoli da produrre e piani di produzione richiederanno tempi anticipati. A tal fine si possono prevedere forti incentivi, tra questi il sovvenzionamento da parte dei governi locali e nazionale, la riduzione dei costi se prodotti localmente, L’eliminazione degli scarichi, i costi di mantenimento e la possibilità per la comunità locale di usare tali servizi per una decina d’anni dopo il termine dei Giochi. Questo è un piano altamente appetibile e flessibile, specialmente per la città di Torino dove l’industria dei motori ha avuto origine. E’ inoltre una opportunità di fare di Torino la capitale dei veicoli ad energia rinnovabile.

La necessità di usare mezzi di trasporto a motore di qualsiasi tipo può essere ridotta programmando gli eventi e le gare il più vicino possibile ai Villaggi Olimpici e Villaggi Media. Tempo e condizioni delle strade permettendo, si possono fornire “biciclette bianche” gratis, per raggiungere le fermate dei mezzi pubblici. L’uso della bicicletta da parte dei cittadini può essere incoraggiato creando piste ciclabili, offrendo biciclette personalizzate e un efficiente servizio di parcheggio, ed inoltre sconti sulle gare per chi fa uso della bicicletta o per chi si sposta a piedi. Biciclette a tre ruote possono essere impiegate per portare materiali e prodotti. L’uso della bicicletta o delle proprie gambe deve diventare un obiettivo permanente dei Giochi Olimpici perché combina gli scopi atletici con quelli dell’ambiente.

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RIASSUNTO

Il Guard Fox Watch (GFW) è una organizzazione non-governativa  internazionale  per monitorare e dare consigli sull’impatto bioregionale dei Giochi Olimpici Invernali. Dal 1996 ha redatto rapporti, stilato raccomandazioni e resoconti sulle Olimpiadi di Nagano 1998 e Salt Lake City 2002. Membri del GFW hanno visitato Torino nel febbraio 2003. Siamo stati ospiti del Comitato per l’Ambiente del TOROC, con il quale sono stati discussi i preparativi in corso e visitato i siti delle gare.

I Giochi Olimpici Invernali del 2006 avranno luogo nella parte occidentale delle sorgenti della Bioregione del Bacino del Po. I lineamenti naturali principali di questa bioregione sono l’arco delle Alpi, le Prealpi e le valli che costituiscono il primo tratto del Po, che passa per la città di Torino, percorre la Valle del Po e poi si getta nel Mare Adriatico.

Il dissesto ambientale su questi terreni montagnosi e collinosi produce effetti maggiori rispetto alle zone pianeggianti (dove i Giochi Olimpici estivi hanno di solito luogo) perché le componenti che sostengono la vita non sono così forti. Lo strato sottile del suolo rende l’ecosistema molto meno elastico, il terreno scosceso e la velocità dell’acqua creano inondazioni e dilavamento delle sostanze nutritive e i fattori di inquinamento si amplificano laddove si accumulano.

Per prevenire ulteriori danni ecologici e contribuire ad un futuro sostenibile sia per gli umani che per i sistemi naturali, serve un approccio bioregionale ai Giochi Olimpici Invernali del 2006 più sensibile. Le direzioni presentate dal TOROC non sono sufficienti per ripristinare e mantenere la vita della bioregione. C’è la necessità quindi di un loro miglioramento per meglio rispondere alle linee guida dettate dal Bollettino Ufficiale “Atti della Regione – Atti dello Stato”, 18 Aprile 2001.

Territorio e Paesaggio
  • Immediati preparativi per un completo monitoraggio ambientale sulla qualità dell’aria, inquinamento e disponibilità di acqua, rifiuti, reti fognarie, popolazioni di piante e animali nativi, habitat naturali ed ecosistemi, produzione e uso dell’energia, asportazione e danneggiamento del suolo ecc… . Per ottenere dei risultati concreti, la misurazione delle condizioni base, durante il periodo stagionale dei Giochi, deve iniziare non più tardi del Gennaio 2004. Il monitoraggio deve ripetersi negli anni successivi, e nello stesso periodo, del 2005, 2006 e per molti anni ancora dopo la conclusione dei Giochi.
  • Stabilire linee guida per affrontare lo sviluppo e l’incremento del peso antropico.
  • Tutti gli aspetti di sviluppo, costruzioni ed operazioni associate ai Giochi non devono interferire con i lineamenti del terreno, i corsi d’acqua, gli ecosistemi, habitat, suoli e altre rilevanze naturali. Preparativi devono essere fatti per misurare livelli d’uso dell’acqua, dell’energia, rifiuti, fogne, trasporti, derrate alimentari e altre necessità. Lo sviluppo di linee guida per la misurazione del carico antropico deve iniziare nel Gennaio 2004. Modifiche per ridurre ed eliminare eventuali altri impatti dannosi dovrebbero essere eseguite in modo continuativo fino al 2006.
  • Il ripristino ecologico dopo i Giochi dovrebbe essere condotto considerando i valori bioregionali. I danni alle specie native, agli ecosistemi, habitat, corsi d’acqua, suoli e paesaggio dovrebbero essere ripristinati modellando le condizioni di selvaticità. Corsi d’acqua, suoli e forme del terreno devono ritornare al loro stato naturale, e solo specie native locali dovrebbero essere impiegate per ricostruire gli ecosistemi.
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Energia
  • Sviluppo dell’auto-sufficienza energetica attraverso la conservazione e la creazione di fonti rinnovabili. Le attuali forniture di energia sono altamente inadeguate per far fronte al più che probabile aumento del cinquecento per cento del carico antropico durante le Olimpiadi. Continuare con l’attuale non-sostenibile modello di sviluppo è ambientalmente distruttivo.
  • Un piano per ridurre il consumo energetico attraverso la conservazione e la donazione di energia da parte delle utenze esistenti.
  • Completa produzione di energia rinnovabile ed il suo uso nelle strutture e luoghi di gara per il 2006. Un programma di sviluppo e conservazione dell’energia rinnovabile da parte del governo dovrebbe iniziare nel 2004 per essere interamente operativo nel 2006.
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Rifiuti
  • Elaborare un programma sostenibile per i rifiuti al fine di ridurre ed eliminare la produzione di immondizie e il riciclaggio di tutti i materiali da scarto. In vista dell’aumento del carico antropico, una politica di Rifiuti Zero dovrebbe essere perseguita in tutte le strutture Olimpiche e nei luoghi delle gare, oltre che nei punti di ristoro, hotel e negozi. Le politiche riguardanti tali aspetti dovrebbero essere in funzione a partire dal 2004. I piani dei Comuni dovrebbero seguire un programma di riduzione e di riciclaggio in tutta la bioregione per il 2006.
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Acqua
  • I bacini fluviali dovrebbero rappresentare i punti di riferimento base per la creazione di comunità sostenibili, umane e naturali, in tutta la Bioregione delle sorgenti del Bacino del Po.
  • Sistemi di captazione dell’acqua, per raccogliere l’acqua piovana e la neve in scioglimento dovrebbero essere immediatamente istallati nei punti dove si presume si verificherà un massiccio uso dell’acqua come nei Villaggi Olimpici, campi di gara, hotel e ristoranti. Tutte le utenze, dalle industrie alle abitazioni, dovrebbero poter usufruire di tali sistemi.
  • La conservazione dell’acqua deve essere totale e vigorosa. Questo è particolarmente urgente per i Villaggi Olimpici e campi di gara, ma pure tutti gli altri usi dovrebbero far parte di questo programma.
  • Riuso dell’acqua attraverso un sistema di tubazione doppia, una per l’acqua pulita e l’altra per quella usata. Tale sistema non dovrebbe mancare nei Villaggi Olimpici e nei campi di gara, ma anche negli hotel e nei ristoranti. Potenzialmente tutta l’utenza dovrebbe far parte del programma di trasformazione dei loro impianti per il 2006.
  • Nessuna nuova diga o bacino di stoccaggio dell’acqua deve essere costruito se le misure di cui sopra saranno messe in atto.
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Impianti Finiscioviari
  • E’ necessario eseguire un inventario completo dell’ambiente naturale nei punti e tutt’attorno all’area di costruzione dei piloni di sostegno e stazioni degli sky-lift, così da poter, una volta teminati i Giochi, ripristinare appropriatamente il paesaggio, i corsi d’acqua, suoli, ecosistemi e popolazioni di piante e animali nativi.
  • Dovrebbero essere seguiti criteri di minimo spazio e nessuna interferenza con il paesaggio e nessuna asfaltatura nei luoghi di costruzione delle attrezzature di sollevamento.
  • Rumori e luci notturne completamente eliminati o tenuti fortemente al minimo.
  • Il trasporto verso gli impianti scioviari limitato ai soli mezzi di trasporto pubblico ed ai pedoni.
  • Gli impianti scioviari rimossi dopo le Olimpiadi.
  • Ripristinare piante e animali nativi usando solo specie locali native. Monitoraggio per tre mesi all’anno e per diversi anni dopo il termine dei Giochi.
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Villaggi Olimpici e Media
  • Si richiedono linee guida per un modello di comunità sostenibile nella gestione dei Villaggi. Uso di materiale da costruzione riciclato e disponibile localmente. Strutture  di pompaggio sommerso dell’acqua e capacità di riscaldamento e raffreddamento. Progetti per l’auto-sufficienza nella produzione di riscaldamento e di elettricità. Riciclaggio completo. Ri-uso dell’acqua. Cibo prodotto localmente. Scarichi fognari trattati biologicamente. Trasporto limitato ai soli mezzi pubblici ad energia rinnovabile, alle biciclette e ai pedoni. Iniziare immediatamente per essere operativi nel gennaio 2006.
  • Informazione pubblica su tutti gli aspetti della sostenibilità approfittando di questa opportunità educativa unica. Destinare poi, alla comunità locale, tutte le attrezzature per fini d’uso e per dimostrazioni.
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Strade e Trasporti
  • Limitare i trasporti connessi alle Olimpiadi ai soli mezzi pubblici che usano energia rinnovabile, alle biciclette e ai pedoni.
  • Rimozione della neve e gestione del ruscellamento dell’acqua lungo le strade durante i Giochi. Uso di soli accorgimenti ambientalmente benigni per la rimozione della neve e dei prodotti chimici. Lo sgombero della neve va fatto solo se necessario e non 24 ore su 24 e con qualsiasi tempo. Canalette lungo le strade e nelle aree di parcheggio, monitoraggio del ruscellamento dell’acqua con l’ausilio di filtri.
  • Eliminare la necessità di nuove strade attraverso un piano di limitazione dell’uso dell’automobile. Luoghi attrezzati ed eventi il più possibile vicini. Adibire le strade a senso unico con piste ciclabili. Tempo e condizioni delle strade permettendo, offrire un servizio di sicurezza per i ciclisti e pedoni oltre a sconti per accedere agli eventi. Rendere disponibili “biciclette bianche” e incoraggiare l’uso della bicicletta a tre ruote per il trasporto di merci e passeggeri. Iniziare immediatamente e continuare fino al 2006.
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Rapporto Redatto dal Comitato di Monitoraggio del Guard Fox Watch

Peter Berg
Direttore di Planet Drum Foundation (USA)
Ricercatore, coordinatore e autore principale

David Criley (USA)
Ricercatore informatico e collaboratore

Judy Goldhaft
Planet Drum Foundation (USA)
Ricercatrice e consulente

Mark Hebard
Planet Drum Foundation (USA)
Consigliere e collaboratore

Giuseppe Moretti
Fondatore della Rete Bioregionale (Italia)
Ricercatore, traduttore e collaboratore

Kimiharu To
Fondatore del Centro Risorse per l’Ecologia Profonda (Giappone)
Ricercatore, recensore e contributore

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Previous: Why Take on the Winter Olympics, and What Came of the Effort? 2002 Salt Lake City, USA

Next: Bioregional Impacts, Ecological Implications, and Recommendations Report 2006 Turin, Italy (English language version of GFW Report August 2003.)

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